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"Il gioco del calcio è una sorta di mistero agonistico,[...]la partita di calcio è una lunga trama il cui epos viene colto nei suoi aspetti più evidenti e comuni. Ma come una sinfonia o un poema, anche la partita di calcio può offrirsi in mille e un aspetti diversi a chi la segue con gli occhi, il sentimento e la ragione. La partita è un dramma agonistico completo. L'esito finale determina traumi psicologici ai quali non sono quasi mai indifferenti le coronarie di un uomo bennato[...]" Gianni Brera, 1978

lunedì 10 novembre 2008

Domenica di testa


Sono due colpi di testa in zona Cesarini le azioni chiave della domenica calcistica milanese.
Quello di Julio Cruz che spedisce l’Inter in vetta alla classifica e quello di Andrea Esposito che ridimensiona un Milan sprecone nel posticipo del Via del Mare.
Nel pomeriggio i nerazzurri a San Siro faticano contro l’Udinese e per tutto il primo tempo lasciano il passo alla squadra di Pasquale Marino guidata da un eccellente D’Agostino. Lo spettacolo in scena al Meazza non è certo dei migliori e il pubblico interista, innervosito dalle inutili giocate di Quaresma si spazientisce. L’Inter nel finale aumenta il ritmo e ci mette la grinta giusta per evitare il terzo 0-0 nelle ultime quattro uscite di campionato; l’uomo della provvidenza è il solito Cruz che su calcio d’angolo al ’93 trova la capocciata vincente. 1-0. Inter capolista. Solito film.
Nel posticipo di Lecce il Milan scende in campo con Ronaldinho e Kakà davanti a Borriello per portare a termine l’operazione sorpasso ai cugini nerazzurri. Il Milan ci prova per tutta la gara costruendo tante palle gol sprecate da Borriello, lontano parente di quello ammirato lo scorso anno a Marassi. E’ il ’79 quando Pato, subentrato a Flamini, mette in mezzo un pallone velenoso a Ronaldinho che in spaccata spedisce il pallone in rete. Sorpasso riuscito, se non fosse per Esposito che trova il colpo di testa vincente su palla inattiva al ’93. 1-1 a Lecce e Milan secondo in classifica insieme al Napoli di Reja. Inedito.
Che bel campionato.

Per Radio Hinterland Federico Quarato